Appuntamento con Lilli Gruber e Luca Barbarossa
LA FIERA DELLE PAROLE, GIORNATA STRAORDINARIA
A PALAZZO DELLA RAGIONE
SABATO 13 NOVEMBRE UN DOPPIO APPUNTAMENTO
CON LILLI GRUBER E LUCA BARBAROSSA
Dopo il grande successo della sedicesima edizione, il festival regala alla città
un evento da non perdere. E finalmente dopo oltre due anni si ritorna in Salone
Non si sono ancora spenti gli echi della sedicesima edizione, che dal 29 settembre al 3 ottobre ha portato in città oltre 100 autori e più di 50 appuntamenti, e La Fiera delle Parole torna a proporre un grande evento alla città. Anzi, sarà un doppio evento quello di sabato 13 novembre a partire dalle 17: sul palco Lilli Gruber presenta il nuovo libro “La guerra dentro. Martha Gellhorn e il dovere della verità” (Rizzoli) con il direttore del Mattino di Padova Fabrizio Brancoli; a seguire Luca Barbarossa presenta il suo “Non perderti niente” (Mondadori) con Mario Tozzi.
«Dopo gli ottimi risultati della sedicesima edizione – racconta Bruna Coscia, direttrice artistica del festival – nel corso della quale oltre 18mila persone hanno preso parte agli appuntamenti proposti dal festival, siamo pronti con un altro grande evento. E siamo particolarmente emozionati perché, dopo un’attesa durata oltre due anni, finalmente ritorniamo a Palazzo della Ragione»
Sabato 13 novembre alle 17.00 Lilli Gruber presenta “La guerra dentro” (Rizzoli) con Fabrizio Brancoli e la partecipazione di Jacques Charmelot
«A Martha Gellhorn», recita la dedica della prima edizione di “Per chi suona la campana”, il capolavoro di Ernest Hemingway. Tutto qui, un nome e un cognome: quelli della più grande corrispondente di guerra del Novecento. La donna che con Hemingway ha mosso i primi passi da giornalista sul campo, nel 1937, a Madrid sotto le bombe. Che presto è diventata più brava di lui nel mestiere di raccontare i fatti. Che lo ha amato, sposato, lasciato, in un’appassionata storia d’amore tinta di rivalità. E che per tutta la vita ha avuto una sola missione: «Andare a vedere». I reportage rigorosi e avvincenti di Gellhorn coprono i fronti più caldi del secolo breve: è stata sul confine della Finlandia durante l’invasione russa (trovando il tempo per una cena con Montanelli) e accanto alle truppe alleate a Montecassino; è stata la prima reporter donna a sbarcare sulle spiagge della Normandia e poi a entrare a Dachau liberata dagli americani. È andata in Vietnam, decisa a smascherare le menzogne della propaganda ufficiale Usa. Una carriera attraversata dalla gloria e dalla tragedia, segnata dalla solitudine delle donne indipendenti e controcorrente. In queste pagine, che illuminano gli anni più folgoranti di Gellhorn, la sua voce si intreccia con quella di Lilli Gruber, che interpella anche altri grandi corrispondenti. Raccontando, di battaglia in battaglia, la bellezza e la responsabilità del giornalismo in un tempo che ha più che mai bisogno di verità.
Sabato 13 novembre alle ore 18.30 Luca Barbarossa presenta “Non perderti niente” (Mondadori) con Mario Tozzi
«Amo la strada, da lì vengo e a lei sento ancora di appartenere». Mentre fervono i preparativi per la festa dei suoi sessant’anni Luca Barbarossa è sia il padre felice sia il ragazzino che medita la fuga per non mancare agli appuntamenti con gli imprevisti. “Non perderti niente” è la sua autobiografia irregolare, quasi un romanzo di formazione che procede chiedendo passaggi in autostop alla memoria, per tornare alle piazze europee che da adolescente batteva con stivali texani ai piedi e chitarra in spalla, o ai grandi palchi, ai successi sanremesi, prendendosi gioco del tempo che «si allunga, si accorcia, è prematuro, in ritardo. Qualche volta però è di una puntualità spiazzante». Canzoni come Roma spogliata, Via Margutta, L’amore rubato, Portami a ballare e Passame er sale non sono mai slegate da vicende personali e nazionali: il cineforum alla sezione della Fgci di Mentana, gli anni di piombo, Roma, la Roma, il Social Club, gli amori tossici, fugaci, eterni. Tutto narrato con ironia e intensità in questa appassionata ode a quel viaggio incredibile che è la vita, che cambia e sorprende a ogni curva. Lui, che da ragazzetto avrebbe voluto essere Adriano Panatta, è diventato uno dei più rispettati artisti italiani.