Hélène Frappat
con
Valentina Bortolami
Giulia La Rocca
Giovanna Miolli
Data: dom 06 ottobre 2024
INGRESSO LIBERO SENZA PRENOTAZIONE
16:00
In collaborazione con Next Generation del Centro di Ateneo Elena Cornaro
Un attento studio che, muovendo dal cinema, analizza la più subdola delle forme di violenza psicologica, quella con cui le donne sono state messe a tacere.
Sei sicura di stare bene? In questo momento mi sembri stanca. E poi dimentichi un sacco di cose…» Gaslight, il film di George Cukor del 1944, racconta il calvario di Paula. Il marito la convince di essere pazza spegnendo gradualmente le lampade a gas per creare l’oscurità in casa e nella sua mente… Per questo il termine gaslighting si riferiva, in origine, a una relazione coniugale basata sulla manipolazione della donna da parte del marito. In seguito è diventato una parola chiave della psicologia americana, poi uno strumento critico del femminismo. Oggi definisce un tipo di linguaggio politico ingannevole e la violenza che lo accompagna. Identificarlo significa innanzitutto evidenziare l’abuso subito dalle vittime, il più delle volte donne, nonché il processo utilizzato per offuscare lo status stesso di vittima: il gaslighter è un maestro nell’arte di invertire i ruoli. Il testo prosegue spiegando come le fondamenta della realtà, e persino della verità, vengano gradualmente minate. Questa nozione, che permette di ripercorrere il modo in cui le donne sono state messe a tacere, è diventata una pericolosa arma politica.
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e
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