Dominique Boa
con Alessandro Triulzi

Orario:

17:00


Presentazione del volume – Parole oltre le frontiere. Dieci storie migranti

Terza edizione del concorso DiMMi – Edizioni Terre di Mezzo, 2018

 

A cura del progetto ImmaginAfrica | Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari – Università di Padova in collaborazione con l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (Arezzo) e della Fiera delle Parole di Padova 2018

 

Cos’è l’Archivio Diaristico Nazionale

Dal 1984 Pieve Santo Stefano, quasi al confine tra Toscana, Umbria e Romagna, ha innalzato ai quattro punti cardinali del suo perimetro, sulle strade che vi accedono, un cartello giallo sotto quello della toponomastica ufficiale: “Città del diario”. La cittadina ospita, infatti, nella sede del Municipio, un archivio pubblico multimediale che raccoglie scritti di gente comune in cui si riflette, in varie forme, la vita di tutti e la storia d’Italia: sono diari, epistolari, memorie autobiografiche.

Quarant’anni dopo la fine della guerra, in un’ala del Municipio, è sorta una casa della memoria: una sede pubblica per conservare scritti di memorie private. L’iniziativa ha attirato l’attenzione di studiosi e giornalisti anche fuori dall’Italia. Un Archivio che non serve solo a conservare, come un museo, brani di scrittura popolare, ma vuole far fruttare in vario modo la ricchezza depositata. La prima iniziativa è stata, pertanto, il Premio Pieve: pubblicando un avviso su alcuni giornali, in poche settimane sono arrivati all’Archivio più di cento testi e raccolte di lettere. Adesso nella sua sede se ne conservano più di 8000.

Nel 1991, su iniziativa del Comune di Pieve Santo Stefano, nasce la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale e dal settembre 1998, con cadenza semestrale, viene pubblicata la rivista Primapersona: una delle molte iniziative editoriali promosse dall’Archivio. Nel 2001 l’Archivio collabora con Sacher Film di Nanni Moretti e sette registi realizzano altrettanti film-documentari tratti dalle storie raccolte dalla Fondazione. Dal 2009 il patrimonio documentario dell’Archivio è nel Codice dei Beni Culturali dello Stato. Nel 2013, nasce il progetto “La Grande Guerra”, in collaborazione con il Gruppo L’Espresso, una selezione di un campione di diari, memorie e lettere dell’intero Paese entrato in guerra, consultabile online.

 

Archivio Diaristico e memorie migranti

Dal 2009 l’Archivio Diaristico si occupa anche di memorie migranti. Una sua prima proposta interculturale di integrazione per gli stranieri che vivono in Valtiberina è stata il progetto “Voci migranti”: una raccolta delle storie di viaggio e di vita attraverso video-interviste, laboratori teatrali, percorsi fotografici e documentari. Nel 2012 è nato DiMMi (Diari MultiMediali Migranti), sostenuto dalla Regione Toscana, in collaborazione con l’Archivio Memorie Migranti di Roma. DiMMi si propone di promuovere il dialogo tra cittadini di diverse origini attraverso la narrazione delle loro esperienze di vita e la costruzione di una memoria collettiva che tenga conto delle diverse provenienze. Dal 2016 l’Archivio Diaristico bandisce l’omonimo concorso riservato alle storie dei migranti che vivono o hanno vissuto in Italia. Il concorso è suddiviso in tre categorie: uomini, donne e giovani fino ai 18 anni. Ogni categoria ha un vincitore ed i vincitori vengono premiati con la pubblicazione dell’opera presso un editore di livello nazionale.

 

Parole oltre le frontiere, edito da Terre di Mezzo, è frutto del concorso. “Mandateci i vostri racconti di vita e di migranti, in forma scritta o orale e attraverso qualunque supporto”: a questo appello lanciato dall’Archivio Diaristico hanno risposto in breve novantanove persone, tra cui sedici adolescenti, di entrambi i sessi, in rappresentanza di ventisei Paesi. Dieci i lavori vincitori: racconti di sé che sono la storia vissuta dell’Italia dalle molte lingue e culture che cresce lentamente, quasi sotterraneamente, intorno a noi, con spinte e pulsioni che a volte determinano reazioni di paura e chiusura, ma altre volte coinvolgono comunità, gruppi, individui ed istituzioni che fanno dell’accoglienza la cifra più visibile dello stare nel mondo contemporaneo.

“Cosa sia casa per un immigrato è questione ampia e complessa. A volte è un luogo fisico, come per molti di noi, più “stanziali” degli immigrati, ma più spesso è uno spazio d’interazione mentale, di riconciliazione con sé stessi, dove la soggettività riesce a percepirsi e ad esprimersi in modo libero, cioè paritario, con il mondo circostante. Per chi non ha dimora il racconto di sé diventa l’unica dimora possibile. L’Italia è uno strano Paese, cui queste storie restituiscono preziosi sguardi e modi di vedere provenienti dall’esterno. Insieme ai ringraziamenti per l’ottenuta accoglienza, questi racconti contengono anche molti ammonimenti sui percorsi di accoglienza, anch’essi accidentati, come le pratiche cosiddette di integrazione una volta accolti.”

Dei dieci racconti del volume fa parte anche uno scritto di Dominique Boa, ospite di uno dei centri di accoglienza per richiedenti asilo di Padova, che nel 2017 ha frequentato il laboratorio “Passeggiando nei boschi narrativi”, tenuto nell’ambito del progetto ImmaginAfrica presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova; il percorso ha avuto a sua volta come esito la pubblicazione del volume Spaesamenti  che raccoglie, oltre alle narrazioni messe a punto nel percorso laboratoriale, un DVD che racconta il percorso realizzato (Cleup, 2017).

 

Con:

Dominique Boa

Originario della Costa d’Avorio, è l’unico tra i suoi fratelli a conseguire il diploma e ad iscriversi all’università. Partecipa attivamente alla vita politica del Paese sostenendo il movimento giovanile del fronte popolare ivoriano. Nel 2017 partecipa, a Padova, al laboratorio...
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e

Alessandro Triulzi

Docente di storia dell’Africa presso l’università di Napoli “L’Orientale” dove dirige il Dottorato di ricerca in Africanistica dal 1995 e la Scuola estiva europea di Studi Africani di Cortona
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