Marta Celio
con
Nella Cazzador
Data: sab 05 ottobre 2024
INGRESSO LIBERO SENZA PRENOTAZIONE
18:00
Quando viene, bussa, lieve. Viene da lontano: da un altrove prossimo, intimo. Estraneo, si fa riconoscimento.
Lento-lento, piano-piano, vicino-vicino, stretto-stretto. Prende nome, trasforma sguardi, abita corpi, sogna realtà. Inamovibile, poi, prende, abita, permane.
Sfiora, lasciando segni. Raggiunge, rimanendo non visto. Sfoglia, indossando nudità. Custodisce, scrivendo parole mai dette. Riconosce, fremendo leggerezza. Finalmente, dichiarato. A sé, prima. Al tu, poi. Ai molti, infine.
Assomiglia all’alba: sorprende, accade, si consegna. Bagna, con luce. Accarezza, con tenerezza. Si consegna, con spazio. Trattiene, con generosità. Amare. Vivere.
Amare: non solo amore. Vivere: non solo vita. Accadere: con frattempo.
Discretamente, irresistibile. Pienamente, incompiuto. Insaziabilmente, appagato.
Amare e vivere. Vivere e amare. Quanto basta.
Come l’alba: viene, sempre, dopo la notte, prima del giorno. Balbettio di colori che mettono insieme compimenti e inediti inizi. Scorre, tutto, lasciando che nulla “smarrisca” e nulla “si smarrisca”.
Come pesare quanto accade nell’intimo? Questa, al fondo, la domanda di Marta, da cui affiorano vissuti fatti di «carezze lontane, sguardi pensanti, pensieri aurorali, petali di cielo, pronti a svernare».
Parole pronte. Pensieri detti. Silenzi scritti. Vissuti da amare. Amori da vivere.
“Altri altrove”: trovati, finalmente. Incompletezza e compimento, felicità e desiderio, amati e amanti, sguardi e corpi. Nulla che si possa misurare, pesare, valutare. Solo: amare, vivere. E di nuovo: vivere e amare. «Nulla … proprio nulla … che si possa “pesare”, ma proprio un nulla pieno di tutto: in apparenza tace, ma silenziosamente urla».
Ecco: voce e silenzio, grido e sussurro, sguardo e incontro. Alba! Di un «bellissimo e commovente viaggio».
[ dalla Prefazione al libro, a cura di Germano Bertin ]
Leggi di più
e
Leggi di più