Montegrotto Terme, Hotel Mille Pini
Data: sab 15 settembre 2018
18:30
Non c’è genitore o educatore che non si sia scontrato con bambini e adolescenti catturati da un cellullare o da un computer ma con la mente altrove
Come i genitori e gli educatori possono comprendere e riconnettersi con i bambini e gli adolescenti sperduti nel mondo virtuale attraverso il racconto delle loro storie
Senza, non riescono a stare. Vivono immersi nello schermo dello smartphone o in quello del pc. Perennemente connessi tra loro e con il mondo ma, spesso, sconnessi dalla realtà. Sono le nuove generazioni, dai Millenials in poi, “nativi digitali” e cittadini virtuali del mondo intero. A tavola, a scuola, al cinema, al bar, non se ne separano mai, e il timore più grande è non avere campo o credito.
La psicoterapeuta Maria Rita Parsi indaga sulla “Generazione H”, la generazione di ragazzi esposti sin dalla più tenera età alla seduzione del web. La facilità di accesso, le soluzioni immediate a ogni problema, da quelli scolastici a quelli esistenziali, la semplificazione delle relazioni fanno di internet il mondo parallelo perfetto, al cui confronto quello reale appare faticoso e deludente. Per questo gli adolescenti ci passano tanto tempo, come qualunque genitore sa bene. E pur senza arrivare agli estremi della sindrome di Hikikomori, la H del titolo − quel fenomeno nato in Giappone che riguarda ragazzi che si chiudono nella loro stanza e vivono solo in rete, senza lavorare, né studiare, completamente staccati dai genitori, dagli amici, dalla realtà −, la pervasività e la perversità del virtuale nella vita dei giovanissimi pone qualche dilemma su come relazionarsi con questi alieni dando loro, anzitutto, il buon esempio con l’utilizzazione responsabile da parte degli adulti proprio del mondo virtuale. Così ,da poter vigilare affinchè i limiti dell’uso del web non vengano superati
Infatti, le storie di ragazzi che hanno rischiato di perdersi nel mondo virtuale mostrano i pericoli dell’uso incontrollato del web, ma dimostrano anche che affrontarli senza demonizzarlo è possibile, e indispensabile. Con il contributo di genitori, insegnanti ed educatori, attenti e competenti, per proteggere il capitale più grande di ogni società: il benessere psicofisico dei giovani.
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